incesto
Patty porcellina in erba 05
di pattymilf
12.06.2018 |
47.464 |
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"Muovevo il culetto come una cagnetta in calore
- Mettimelo dentro, come ieri –
Lo sentii armeggiare con i pantaloni, e poco il suo cazzo era dentro di me..."
ro rimasta sul materassino, ansimante, appoggiata sulle ginocchia e sulle mani, la testa china, le tette mi facevano male, non solo per gli schiaffi ricevuti per quanto avevano ballato libere sotto i colpi di mio cugino.- Cazzo, Gianfi le hai rotto il culo! –
- Alla fine le è piaciuto, vero Patty? –
- Aiutami ad alzarmi –
- Dove credi di andare? – disse Marco
Aveva il cazzo duro, e si stava segando lentamente.
- Ora tocca a me –
- Vuoi che te lo succhi un po’ –
- No puttanella, ho lasciato che tuo cugino ti sverginasse il culo come regalo di compleanno, ma ora tocca a me; o mi dai la figa o mi prendo il tuo fondoschiena
- Enrico… Gianfi, vi prego aiutatemi –
Marco era ormai dietro di me
Era lì a pecorina, la sborra di Gianfi stava colando dal buchetto non ancora chiuso, scendeva bagnando la fighetta di Patrizia, colava tra le cosce.
Non feci molta fatica, era esausta mentre io ero caricato al massimo. La penetrai brutalmente, la scopai rudemente. Volevo il mio piacere e non il suo. La sentivo gemere e lamentarsi, ma per me era solo carne per il mio cazzo.
E la rempii a mia volta.
La mattina successiva mi svegliai dolentissima, non riuscivo quasi a sedermi.
- Cos’hai? – mi chiese mia madre
- Niente –
- Sembri seduta sugli spilli –
- Ho un po’ di dolore qui in basso – dissi indicandomi genericamente il basso addome
- Ti sta venendo il ciclo? Però non ti ha mai disturbata –
- Lascia stare mamma, non è niente –
- Dovresti vedere la tua faccia! Gianfi il tuo amico Marco non aveva uno zio ginecologo qui al mare? Ci sono andata anch’io due estati fa, mi pare –
- Certo zia, se vuoi chiedo a Marco –
Diedi un calcio sotto al tavolo a mio cugino, ma ormai mia mamma aveva preso la sua decisione
Gianfi si attaccò al telefono e ovviamente riuscì ad avere un appuntamento per il pomeriggio.
- Così sarò più tranquilla; non so se riesco a venire, però –
- Se vuoi posso accompagnarla io zia –
- Grazie mi faresti proprio un piacere, sei proprio gentile –
- Zia, Patty è la mia cuginetta preferita –
Arrivammo puntuali dal ginecologo. Gianfi mi aveva costretta a mettere un vestito corto con le spalline sottili senza nulla sotto, dicendomi che se faceva come per la vista precedente, si sarebbe tenuto lui la biancheria.
Venne ad aprire lui direttamente
- Vai avanti, conosci la strada –
- Si dottore –
Mi sedetti. Tenevo le gambe unite, anche se le cosce rimanevano abbondantemente scoperte. Mi guardava ostentatamente il seno;
- sei senza reggiseno oggi? –
- Si dottore –
- tira fuori le tette! –
- ma… -
- devo farlo io? –
- no dottore –
Mi tirai giù le spalline del vestito, e mi scoprii il seno; sulla pelle bianca risaltavano i segni dei due schiaffi ricevuti
- vedo che qualcuno si è arrabbiato con te –
- si dottore, suo nipote Marco –
- ora allarga le gambe –
le mossi appena, cercando di tirare giù il vestito
- vuoi un’altra sberla Patty? –
Obbedii, come sempre. La gonna risalì lasciandomi la fighetta scoperta
- sei già pronta… che puttanella che sei –
- me l’ha ordinato mio cugino, dottore –
- e tu ben contenta, puttanella! Come mai sei qui anche oggi? –
Non sapevo cosa gli avesse detto Marco e così gli raccontai come mi avessero sverginato il culetto. Intanto che parlavo mi frugava con gli occhi e con la mano si massaggiava sulla parte anteriore dei pantaloni
- ora mi fa male, non riesco quasi a stare seduta –
- non resta che dare un’occhiata, lascia li il vestito e vieni sul lettino –
Iniziai a salire ma il medico mi fermò
- questa non è una visita ginecologica –
Mi fece mettere ai piedi del lettino ginecologico, tra i gambali.
- appoggiati con il torace al materassino, le gambe divaricate –
La ragazzina aveva proprio un bel culo; come le tette anche sulle natiche risaltavano i segni degli sculaccioni ricevuti. Le divaricai le natiche così da mettere in evidenza il buchetto. Marco e suo cugino ci erano andati pesanti, considerando che per lei era la prima volta. Era tutto arrossato, edematoso.
- dovrò fare una visita interna Patrizia, per essere sicuro non ci siano delle lesioni, mi dovrai aiutare –
- come, dottore? –
- metti le mani al posto mio, e tieniti le chiappette bene aperte –
Era proprio uno spettacolo col culetto aperto di fronte a me, le tette schiacciate contro il lettino, le gambe aperte, lo spacco rosa della passerina circondata dalla peluria chiara.
- Dottore, per favore, non mi faccia male -
- Patrizia, farò il possibile, ma dovevi pensarci prima –
Avevo della pomata lenitiva e anestetica, mi unsi l’indice della mano ed la penetrai, facilmente. I due ragazzi erano ben dotati, pensai. Si lamentò appena, per cui aggiunsi anche il medio
- Basta…basta… basta… -
Mi fermai per dare tempo allo sfintere di adattarsi, poi inizia un lento ma progressivo movimento di avanti e indietro e poi di rotazione per spalmare la crema
- Dottore, si fermi….. ahia… basta –
- Porta pazienza, tra poco la crema farà effetto –
Tolsi le dita, il buchetto rimase semiaperto
- Vedrai che il dolore tra poco sarà passato –
- Lo spero dottore, mi faceva tanto male –
Intanto che parlavamo giocavo con la sua fighetta. Era una puttanella nata.
Il dolore mi stava passando ed intanto lo zio di Marco mentre con una mano mi palpeggiava il culo, con l’altra si divertiva con la mia passerina; spinsi il bacino verso quella mano adulta ed esperta che toccava i miei punti più nascosti e sensibili. Muovevo il culetto come una cagnetta in calore
- Mettimelo dentro, come ieri –
Lo sentii armeggiare con i pantaloni, e poco il suo cazzo era dentro di me. Mi scopava lentamente, con metodo; il suo grosso pene urtava contro il mio utero, mi squassava tutta. Ogni tanto mi mollava uno sculaccione
- Muovo il culo, puttana! –
Le infilai un pollice nel culo, era talmente infoiata che quasi non se ne accorse, la sculacciavo con la mano libera, la insultavo. Muoveva il culo come una puttana esperta. Il mio cazzo era lapideo.le misi anche l’altro pollice nel culo e allargai. Sfilai il cazzo dalla figa e glielo ficcai nel culo.
Il porcone mi aveva fregata, mi stava fottendo il culo, però non sentivo molto male, la pomata funzionava ed io ero in un mare di umori.
- Toccati puttana! –
Non durai molto, avevo la figa ipersensibile, e come iniziai a toccarmi venni. Il maiale dietro di me mi seguì a ruota, riempendomi l’intestino della sua sborra.
Mi rimisi il vestito, anche questa volta mi impedì di lavarmi e uscii dallo studio colando tra le cosce nude.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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